L’origine del Forte di Santa Tecla, al confine della zona di Pian di Nave. una volta prigione, ora sede di mostre ed eventi, è stato molto tormentato.
La popolazione si era ribellata al pesante governo genovese nel 1753 e la repressione fu durissima, fra i molti provvedimenti presi, vi fu quello di costruire una fortificazione che potesse controllare la città, in caso di nuova sollevazione.
la fortificazione ha un aspetto impenetrabile, con la sua pianta triangolare, protetta da muri a scarpata con potenti bastioni sugli spigoli. L’artiglieria, più che essere puntata verso il mare, tendeva a poter manovrare verso la città. Lo stesso corso del torrente San Romolo venne regimentato per poter sfociare più a ponente e lasciare isolata la struttura, monito di un controllo ormai insopportabile.
Il Forte fu costruito in soli 11 mesi e “inaugurato” il 12 marzo del 1756, alla fine del ‘700 fu occupato dalle forze napoleoniche, che “liberarono” i sanremesi dal giogo della Repubblica di Genova.
Nel 1815, con l’annessione della Liguria al Regno di Sardegna, Santa Tecla diventò una caserma per la fanteria sabauda e, successivamente, dell’arma dei Carabinieri.
Per oltre un secolo, dal 1864 al 1997, fu adibita a carcere, fatta eccezione per due periodi, tra il 1915 e il 1918, quando divenne base di idrovolanti, e dal 1943 al 1945, quando fu utilizzata come deposito di munizioni durante l’occupazione tedesca.